Le aree prevalentemente rurali rappresentano quasi la metà dell’intero territorio UE e sono popolate da circa 93 milioni di persone (pari al 21% della popolazione totale europea). Pur essendo dei luoghi a tratti fiabeschi pagano lo scotto di cambiamenti socioeconomici e ambientali repentini.
È per questo che, grazie al sostegno dell’Unione Europea, vanno convertite in smart village, cioè in villaggi intelligenti. Nel presente articolo scoprirai l’importanza della transizione digitale per le zone rurali.
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Knowledge al servizio delle aree rurali
L’Unione Europa si è resa conto della necessità di coniugare il problema del sovraffollamento delle città con quello dello spopolamento delle aree rurali, dove l’alto tasso di abbandono scolastico ha raggiunto livelli preoccupanti. A rappresentare un discrimine è, in primis, il basso reddito pro capite della popolazione residente nelle aree rurali. Esso determina emarginazione, degrado ambientale ed emigrazione verso le aree più urbanizzate.
Per far sì che ciò non accada occorre allora investire nel concetto di smart village che, sebbene non abbia una definizione chiara, secondo la Commissione Europea può essere inteso come un’area rurale o un piccolo centro urbano le cui reti e i servizi tradizionali risultano potenziati dall’adozione delle tecnologie digitali e dalle information and communication technologies (ICT), oltre che, ovviamente, di una mentalità improntata all’utilizzo della knowledge, ossia della conoscenza, a beneficio degli abitanti e delle imprese presenti sul territorio.
Il problema del digital divide
Uno dei problemi che caratterizza le aree rurali è il digital divide, ovvero il divario tra chi ha un più facile accesso alle nuove tecnologie digitali e chi, invece, ne è escluso in modo parziale o totale.
Nelle aree rurali, con un’economia a prevalenza agricola, il digital divide si traduce spesso in forme di disparità a livello economico, d’istruzione e di opportunità lavorative. Inoltre, la mancanza di un’efficiente rete di infrastrutture e servizi è la principale causa del digital divide.
Le iniziative UE per la promozione degli smart village
Il concetto di smart village è legato alla smart cities education, promossa da iniziative europee come la Smart Cities and Communities Initiative, il partenariato europeo per l’innovazione nelle città e nelle comunità rurali, che mira a una migliore gestione dei consumi energetici, alla diminuzione delle emissioni di gas serra e al decongestionamento delle strade.
La dichiarazione di Cork 2.0
Un’altra pietra miliare a riguardo è la dichiarazione di Cork 2.0 che, a partire dal 2016, si propone di:
- promuovere la prosperità delle aree rurali;
- rafforzare le catene di valore rurali;
- investire nella redditività;
- preservare l’ambiente;
- gestire le risorse naturali;
- incoraggiare gli interventi a favore del clima;
- stimolare la conoscenza e l’innovazione;
- introdurre l’e-governance;
- incentivare l’attuazione e la semplificazione di politiche a sostegno delle are rurali;
- migliorare le prestazioni sanitarie.
La dichiarazione di Cork 2.0, in sintesi, chiede ai governanti europei d’investire negli smart village al fine di renderli dei luoghi attraenti dove le persone possano lavorare serenamente con un’elevata qualità della vita.
L’EU Action for Smart Village
L’EU Action for Smart Village si configura, invece, come il tentativo da parte dell’Unione Europea d’illustrare con più chiarezza tutti i vantaggi derivanti dalla creazione degli smart village in Europa.
Nell’EU Action for Smart Village si legge che la priorità è superare il digital divide tra le aree urbane e quelle rurali attraverso politiche di digitalizzazione dei servizi essenziali. Oltre a ciò, ulteriori strumenti a sostengo delle economie rurali, come la Politica Agricola Comune (PAC), il Partenariato Europeo per l’Innovazione in Agricoltura (EIP-AGRI) e la creazione di una Rete Europea per lo Sviluppo Rurale (ENRD), rivestono un ruolo altamente strategico.
In tempi più recenti occorre ricordare anche il rapporto finale della Commissione Europea (2019) dedicato agli smart eco social village, nonché al Green Deal Europeo.
Problematiche legate allo sviluppo degli smart village
Uno dei principali problemi legati allo sviluppo degli smart village consiste nella mancata disponibilità della rete Internet che, a cascata, si ripercuote sull’imprenditorialità e il turismo.
A dirlo è il briefing Smart villages (2021) del Parlamento europeo che ha sollecitato l’istituzione di un «patto per i piccoli Comuni intelligenti nell’ottica di garantire un approccio più efficace, integrato e coordinato alle politiche UE aventi per obiettivo il miglioramento della qualità della vita nelle aree rurali».
Tuttavia, la principale sfida d’affrontare è quella dell’alfabetizzazione digitale. Con la nuova programmazione europea 2021-2027 si porrà l’accento, infatti, su tutti quei servizi “smart” di cui necessitano le scuole nelle aree rurali.
Si tratta, nel concreto, per le parti sociali (attori politici e cittadini), di co-progettare sistemi in grado di cambiare la percezione dei territori rurali a bassa densità demografica; questi ultimi rappresentano senz’altro un bene prezioso per la comunità europea e sono, secondo la presidente della Commissione Europea Ursula von Der Leyen, «una parte fondamentale della nostra identità e del nostro potenziale economico».
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