Il termine smart city, o per meglio dire città intelligenti, va oltre il concetto di smartphone e apparecchiature connesse in Rete; ma cosa significa esattamente? Le città intelligenti sono metropoli che utilizzano le tecnologie della comunicazione e dell’informazione (ICT) e i big data per migliorare la qualità della vita e rendere più efficienti i servizi urbani (illuminazione pubblica, fornitura idrica, gestione del traffico, ecc.).
L’Italia, con il patrimonio artistico-culturale di cui gode, sta facendo fatica ad abbracciare il concetto di smart city. Tuttavia, città come Milano, Torino e Bologna stanno adottando soluzioni intelligenti per affrontare sfide quali la mobilità urbana, l’efficienza energetica e l’inclusione sociale. È un inizio, verso un futuro più sostenibile e ambienti urbani più resilienti e adattabili.
Nell’articolo scoprirai cosa sono le città intelligenti, quali caratteristiche hanno e perché smart city non è solo una parola alla moda. Ti mostreremo anche 4 esempi, tra cui il progetto SECESTA ViaSafe della ridente Catania, in Sicilia.
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Indice dei contenuti
Cosa sono le città intelligenti?
Le città intelligenti, o appunto smart city, sono centri o aggregati urbani (di piccole o grandi dimensioni) che utilizzano le ICT e l’IoT per migliorare la qualità della vita dei cittadini, i trasporti pubblici e gli innumerevoli altri servizi di cui gode una città nel XXI secolo.
Esiste, poi, un’interpretazione più “umanistica” del concetto di smart city, elaborata dal professor Richard Florida dell’Università di Toronto. Secondo il cattedratico una smart city è quel luogo in cui da un lato si dà valore alla sostenibilità ambientale per salvaguardare l’ecosistema e le generazioni future, dall’altro si enfatizza il capitale umano, quindi l’inclusione sociale e la partecipazione attiva dei cittadini alla res pubblica.
Quali caratteristiche hanno?
Non c’è una definizione univoca di città intelligenti, ma possiamo individuare alcune caratteristiche comuni che le contraddistinguono:
1. Utilizzano le tecnologie digitali
Tutte le città intelligenti sfruttano il World Wide Web, le information and communication technologies (ICT o TIC), i big data, il cloud computing, l’Internet of Things (IoT) e l’intelligenza artificiale (IA o AI) per raccogliere, elaborare e condividere dati utili a migliorare i vari aspetti della vita urbana come la mobilità, l’energia, la sicurezza, la salute, l’istruzione, la cultura, il turismo, ecc.
2. Sono attente alla sostenibilità
Le città intelligenti sono attente alla sostenibilità ambientale, economica e sociale, con l’obiettivo di ridurre l’impatto negativo delle attività umane e i consumi.
Altri punti programmatici delle smart city sono:
- l’utilizzo delle rinnovabili per la produzione di energia elettrica;
- un’efficace gestione dei rifiuti;
- la tutela del patrimonio naturale e culturale;
- la coesione sociale;
- la lotta alla povertà;
- la creazione di opportunità di lavoro e sviluppo.
3. Promuovono la partecipazione attiva dei cittadini
Le città intelligenti coinvolgono e responsabilizzano i cittadini nel processo di transizione digitale e innovazione della propria città per mezzo di strumenti di consultazione, dialogo, collaborazione, feedback, co-creazione, condivisione, apprendimento, ecc. I cittadini, inoltre, non sono considerati solo fruitori dei servizi, ma anche produttori degli stessi in una logica win-win di cittadinanza attiva e governo aperto.
Esempi di smart city in Italia
Le città intelligenti sono un fenomeno globale, che coinvolge tanto i Paesi sviluppati quanto quelli in via di sviluppo. Ogni città, poi, ha le proprie peculiarità e adotta, quindi, soluzioni su misura in base alle risorse di cui dispone.
Ecco alcuni esempi di smart city in Italia che si sono distinte per i loro progetti e i risultati raggiunti.
Milano
Milano è la capitale economica e culturale d’Italia. Tra le iniziative smart, spiccano:
- il piano per la mobilità sostenibile, che prevede l’ampliamento della rete metropolitana, il potenziamento dei mezzi pubblici, il bike sharing, il car sharing, le zone a traffico limitato, le aree pedonali e i parcheggi intelligenti;
- il piano per l’efficienza energetica, che mira a ridurre le emissioni di CO2, aumentare la produzione di energia da fonti rinnovabili e migliorare l’isolamento termico degli edifici;
- il piano per la digitalizzazione, che prevede la diffusione della banda ultra larga e della fibra ottica, la creazione di una piattaforma integrata di servizi online per i cittadini e le imprese, la promozione di e-government, e-learning, e-health, m-health ed e-culture;
- il piano per la partecipazione, che ipotizza la creazione di spazi d’incontro e di co-working, la valorizzazione delle reti sociali e associative, la realizzazione di progetti d’innovazione sociale e di rigenerazione urbana.
Torino
Torino, la cosiddetta città sabauda, grazie a una lunga tradizione industriale, scientifica e culturale, è stata una tra le prime in Italia a scommettere sul concetto di smart city,
Tra le iniziative più rilevanti, si segnalano:
- il piano per la mobilità elettrica, che prevede la creazione di una rete di ricarica pubblica e privata, l’introduzione di veicoli elettrici nel parco mezzi della città e la sperimentazione di soluzioni innovative come il car pooling, il car sharing e il taxi sharing;
- il piano per l’illuminazione intelligente, che mira a sostituire le lampade tradizionali con quelle a LED, regolare l’intensità luminosa in base alle condizioni ambientali e al traffico, installare sensori e telecamere per il monitoraggio e la sicurezza, ecc.;
- il piano per la cultura digitale, che ha in programma di creare un polo di eccellenza per la formazione, la ricerca e lo sviluppo d’impresa nel campo delle tecnologie digitali, di realizzare eventi, mostre, festival, laboratori e concorsi dedicati alla creatività, di valorizzare il patrimonio storico-artistico tramite applicazioni multimediali, realtà aumentata (AR), realtà virtuale (VR) e tecnologie affini;
- il piano per la partecipazione, che prevede la creazione di una piattaforma online per la consultazione e il coinvolgimento dei cittadini nelle decisioni pubbliche, la promozione di progetti di crowdfunding e di civic hacking, la creazione di una rete di centri di quartiere per la socialità e la solidarietà.
Bologna
Bologna, grazie alla sua vocazione universitaria, è una delle città italiane più vivaci e attive.
Tra le sue iniziative, si evidenziano:
- il piano per la mobilità ciclabile, che realizzerà una rete di piste ciclabili, diffonderà il bike sharing, creerà aree di sosta per i ciclisti e promuoverà campagne di sensibilizzazione e d’incentivazione;
- il piano per la qualità dell’aria, il cui scopo è la riduzione del traffico veicolare, l’adozione di misure di limitazione e di disincentivazione, la promozione dell’uso dei mezzi pubblici, la sperimentazione di soluzioni innovative come il car pooling, il car sharing, il bike sharing, ecc.;
- il piano per la cultura e la creatività, che intende valorizzare, il più possibile, il patrimonio artistico-culturale, realizzare eventi, festival, mostre, spettacoli dedicati alla cultura e all’innovazione, creare spazi e opportunità per la produzione e la fruizione culturale, promuovere progetti di cooperazione e scambio tra operatori e istituzioni culturali, ecc.;
- il piano per la partecipazione, che darà vita a una piattaforma online per la consultazione e il coinvolgimento dei cittadini nelle decisioni pubbliche, promuoverà progetti di collaborazione civica e cura dei beni comuni e creerà una rete di laboratori urbani per la sperimentazione e l’innovazione sociale.
E Catania? Il progetto SECESTA ViaSafe
Anche la Città Metropolitana di Catania sta puntando sull’innovazione sociale e tecnologica, per migliorare la qualità della vita dei catanesi e la competitività sul territorio siciliano.
Sfruttare i fondi comunitari, in particolare il PON Metro 2014-2020, ha consentito investimenti importanti nella riqualificazione degli spazi urbani e nei processi di digital transformation del capoluogo etneo.
Un progetto finanziato grazie al PON Metro 2014-2020 e degno di nota è SECESTA ViaSafe, che riprende le attività del precedente progetto SECESTA, ma stavolta nell’ottica di utilizzare le informazioni raccolte dal sistema multisensoriale di osservazione e misurazione della cenere vulcanica, per migliorare in tempo reale la viabilità sulle strade urbane, extraurbane e sull’autostrada A18.
Le informazioni fornite dalla mappa interattiva all’interno della web app, sviluppata dall’azienda PMF Research, sono di tipo qualitativo e quantitativo. È in fase sperimentale, inoltre, un sistema di cartellonistica elettronica per la riduzione dinamica della velocità dei veicoli sull’autostrada.
SECESTA ViaSafe è l’esempio perfetto di progetto virtuoso in grado di coinvolgere enti di ricerca, come l’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia (INGV), istituzioni accademiche, quali il Dipartimento di Ingegneria Elettrica, Elettronica e Informatica (DIEEI) dell’Università di Catania e il Dipartimento di Matematica, Informatica, Scienze Fisiche e Scienze della Terra (MIFT) dell’Università degli Studi di Messina, e aziende leader nei settori ICT, IoT e dell’elettronica.
Catania, in futuro, sfruttando le opportunità offerte dal 5G, dall’IoT e dall’intelligenza artificiale potrà adottare soluzioni smart per risolvere annosi problemi legati a mobilità, energia, turismo, istruzione e cultura.
Proponendosi dunque come una smart city del Sud unirà tradizione e modernità, valorizzando il suo patrimonio storico e culturale e promuovendo, al contempo, la partecipazione attiva di stakeholder nazionali e regionali, autorità locali, istituzioni accademiche e imprese.
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